Le basi di una nuova conoscenza

Il modo in cui strutturiamo e interpretiamo la realtà, e quindi il modo in cui articoliamo la conoscenza, è sempre in stretto rapporto con un sistema di credenze. È in base alle nostre credenze che costruiamo il paesaggio che ci circonda. Quando parliamo di crisi nel momento attuale lo facciamo a partire da una concezione di progresso, di storia, di evoluzione, fondamentalmente da una concezione del tempo.

La rivoluzione della fisica moderna, dopo più di un secolo, inizia a farsi strada nell’accezione comune. Il meccanicismo della causa-effetto del mondo newtoniano cede il passo alla relatività del campo spazio-temporale, alla reciprocità di energia e materia, ai sistemi complessi, al mondo indeterminato e paradossale della fisica quantistica, del caos e dei sistemi entropici in equilibrio instabile.

Un Nuovo Umanesimo ha quindi bisogno di formulare una nuova visione di processo in cui l’evoluzione delle strutture, mai isolate ma sempre inserite in un contesto maggiore, possa essere descritta da leggi di concomitanza, di struttura, di ciclo, di superamento del vecchio ad opera del nuovo, nella direzione di una crescente complessità. In questo nuovo orizzonte il grande attore e vettore della storia è l’intenzionalità umana, nel proprio cammino in spirale evolutiva.

Dal più infinitesimo microcosmo all’universo smisurato, lo sguardo si amplia e si approfondisce intuendo la complessità e la mistica meraviglia della vita e di tutto ciò che esiste. E in maniera concomitante, l’essere umano irrompe nel naturale fino alla creazione della vita sintetica.

Possiamo osservare nel corso della storia una serie di momenti storici convergenti, dei “momenti umanisti”, caratterizzati da una profonda valorizzazione dell’essere umano e dal rifiuto della violenza.

Sono momenti in cui la dialettica generazionale è riuscita ad installare un nuovo modello di riferimento che superava e spazzava via i paradigmi precedenti, recuperando però ciò che di positivo vi era nella tappa passata. In quei momenti le arti, le scienze, la tecnologia, l’estetica e le concezioni etiche sono state investite da nuova ispirazione. Un nuovo “senso” le ha animate e le ha poste con rinnovata chiarezza al servizio delle migliori aspirazioni evolutive. Contemporaneamente si poteva scorgere in tutte queste discipline un cambiamento nel modo di strutturare la realtà conseguente allo sforzo compiuto per uscire da visioni caratterizzate, in qualche modo, da elementi di chiusura e linearità.


Un Nuovo Umanesimo che si pone alla base di una nuova civiltà non potrà farlo se non andando al fondo della dinamica di quei
momenti umanisti, scoprendo quelle caratteristiche sincroniche che li hanno caratterizzati.

In questo intento, si avverte la necessità di intrecciare le diverse discipline, scientifiche e umanistiche, per relazionare le molteplici informazioni in un complesso sistema di intelligenze. Si avverte la necessità di un’intelligenza d’insieme cooperativa e co-evolutiva e rinasce la ricerca intenzionale di un’etica della libertà, necessaria alla vita e all’evoluzione.


l’eco del reale mormora

o rimbomba a seconda dell’udito che lo percepisce;

che se altro fosse l’udito,

altro canto avrebbe ciò che tu chiami “realtà”.



Relatori:

Christina Maria zum Felde
Origine e sviluppo del nuovo umanesimo planetario - vedi abstract

Edoardo Calizza
Il ruolo adattativo della diversità naturale e della sua conoscenza - vedi abstract

Renato Ciofi Iannitelli 
Le considerazioni di Jeremy Rifkin sulla “Civiltà dell’Empatia” e di Jean Piaget sull’“Educazione internazionale”: implicazioni per la formazione dei giovani vedi abstract

Alessandro Haag
La rappresentazione del tempo nel mondo Greco Antico e nella fisica moderna: similitudini, differenze e riflessioni – vedi abstract

Gianluca Frustagli
Tempo, rappresentazione e strutturalità nell'esperienza umana e nelle scienze fisiche 
– vedi abstract

Pietro Chistolini- Federica Fratini 
Quattro chiacchiere sui massimi sistemi – vedi abstract